"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

martedì 8 maggio 2012

La selezione del personale, i talenti e la "passione"

Più volte ho indirizzato il tema di una "nuova vista" dell'organizzazione, che abbiamo chiamato "quantistica", evidenziando le attività che perdevano completamente di senso con questo nuovo approccio. Una di questa era riferita alla recente mania, tutta di importazione anglosassone e figlia della vista "meccanica" dell'organizzazione che pretende sempre i migliori "pezzi" per il suo "motore", dei talenti. Indipendentemente da innovazioni culturali, che i talenti avulsi da un contesto, a guisa di barattoli, fossero una emerita sciocchezza salta agli occhi di qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso pratico. Siamo tutti talenti, e le nostre capacità eccellenti, a volte misteriose a noi stessi, hanno solo bisogno del contesto giusto per emergere. Cambiando contesto non è detto che si ripropongano: non è una caratteristica immanente alla persone ma una relazione con l'ambiente. Dunque cercare il talento tout-court è come cercare un innamorato a prescindere dalla persona amata!
Ciononostante le aziende hanno bisogno di persone "ottime per loro". Come fare a trovarle se non vi sono caratteristiche oggettive delle persone? Come affrontare in modo nuovo il tema della ricerca e selezione?

Una buon esempio di "pratica" viene da questa azienda di software americana.


Cosa hanno fatto di così innovativo? L'unica cosa sensata che si può fare con le persone: indagare non sui titoli delle loro eccellenze, che non è detto erogheranno valore in quel contesto, ma sulla loro "passione" per l'azienda in cui saranno chiamati a lavorare.
E allora basta con la esclusiva e spasmodica ricerca di plurilaureati con il massimo dei voti, spesso bravi solo ad ottenere quelli oppure talmente furbi da sfruttare la dabbenagine delle aziende "surfando" da una all'altra combinando poco o nulla, ma onesti e appassionati lavoratori che vedono in quell'attività la loro realizzazione personale.
Il programma della IGN, descritto in maniera più estesa quì, forse non è estendibile allo stesso modo a tutte le posizioni e in tutte le aziende, ma rappresenta un primo coraggioso passo verso la strada giusta: considerare i dipendenti "persone umane".

Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com

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