"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 19 gennaio 2011

La battaglia dei "talenti"

Settimana scorsa è giunta notizia della "battaglia dei maxi-bonus" per i banchieri inglesi e la sconfitta del premier Cameron che voleva limitarli.
Per un'analisi puntuale del significato di tale pratica, rimando all'arguto post del blog di Alessandro Cravera.
Io mi limiterò a fare qualche considerazione sulle motivazioni addotte dai manager inglesi per perpetuare tale pratica ormai scandalosa ed anacronistica: trattenere i talenti.



Il "talento" è persona con capacità superiore alle media che viene ricercata, coccolata e trattenuta perchè gli si attribuiscono i poteri di aumentare le prestazioni dell'organizzazione di cui fa parte. Per estensione del concetto, qualora un'organizzazione fosse composta solo da tali individui sarebbe un organizzazione di successo! (dove il "successo" è tutto da definire ma... lasciamo perdere).
E' evidente che una tale visione parte dal considerare l'organizzazione aziendale come una "macchina" fatta di "parti": migliori sono i singoli pezzi meglio andrà il motore nel suo complesso. Questa visione è talmente diffusa che addirittura si organizzano convegni, dibattiti, articoli su riviste di management e pratiche aziendali.
Ahimè essa nasce, come abbiamo più volte sostenuto dai nostri blog, dalla cultura industriale che ha la "macchina" come metafora fondamentale.
L'organizzazione aziendale, come ben sanno gl imprenditori-creatori-di mondi, è un organismo "vivente" che ha una sua naturale evoluzione continua, che reagisce complessivamente a stimoli interni ed esterni. Ciò che appare come "prestazione" è il risultato di un complesso equilibrio di forze interne che le permettono di "creare", sotto la spinta dell'imprenditore, l'ambiente che le piace. Considerarla fatta di pezzi, e in particolare che buoni pezzi possano migliorarne l'andamento, è un'ingenuità al pari dello sperare che una manciata di neuroni eccellenti possa far diventare più intelligente un cervello.
Questo pensar comune, sul quale la stragrande maggioranza del mercato, clienti e fornitori, rimane bloccata, non solo è obsoleto, in quanto non produce nessun risultato apprezzabile, ma è anche pernicioso perchè brucia risorse che altrimenti potrebbero essere utilizzate in pratiche basate su principi totalmente diversi. Inoltre non spinge i fornitori ad una seria ricerca e confronto su quelle discipline che possono dare suggerimenti, linguaggi e spunti per superare l'attuale empasse.
Non fraintendetemi però, le persone meritorie sono preziose, ma se l'azienda è un'attività sociale, identificare ed evidenziare il fluoriclasse fuori dal gruppo non serve a nulla. E' utile invece se si nutre delle relazioni e riesce a lanciare l'intera organizzazione verso traguardi che lui non avrebbe mai raggiunto.

Nessun commento:

Posta un commento