"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 16 maggio 2013

Speravo che quel che ho letto... fosse alla portata di tutti

di
Luciano Martinoli


Qualche settimana fa, a cena a casa di amici, ero fra un avvocato e un ingegnere elettronico, invitati dal nostro comune ospite, ma a me sconosciuti. Come sempre in queste occasioni si cerca di rompere il ghiaccio parlando del più e del meno. Come sempre, tra persone curiose e appassionate di ciò che fanno, si finisce col parlare del proprio lavoro. L'avvocato, con parole semplici e chiare, mi illustrò i termini della complicata questione alla base della riforma Fornero. L'ingegnere, con altrettanta semplicità, le tematiche relative ai sistemi satellitari di posizionamento. Fiero della mia comprensione di tematiche così diverse esclamai ad entrambi: "ma è semplice, tutto quì?"
"Sì, tutto quì" puntualizzò l'ingegnere "ma con quello che ti ho detto non ci costruisco un navigatore satellitare";  "e io non ci vinco una causa" aggiunse l'Avvocato.
Come molti di voi sapranno abbiamo pubblicato per capitoli un libretto sul tema chiave del "Change Management" a partire dal quale volevamo, in modo tecnico e specifico, realizzare tre obiettivi: contestare, motivandolo come privo di fondamento, il modello di intervento organizzativo attualmente in voga presso la cultura manageriale, proporre un nuovo modello e, basato su quest'ultimo, presentare un nuovo metodo di intervento organizzativo.

Ovviamente ci rivolgevamo ad una platea di professionisti i quali si aspettavano, e speriamo di non averli delusi, che il tema fosse trattato in modo professionale utilizzando l'opportuno linguaggio approfondito e tecnico. Il nostro intento non era quello di dilettare il lettore, come è accaduto a me alla cena, ma fornire uno strumento e un terreno di confronto sul tema del governo dei sistemi umani per essere efficaci, così come lo sono l'avvocato e l'ingegnere, nel loro lavoro, commensali alla cena di cui sopra.

Tra i molti commenti e critiche positive pervenute, recentemente mi ha colpito la seguente: 
"Speravo che quel che ho letto...fosse alla portata di tutti e, come tale, patrimonio di tutte le persone che... si occupano in qualche modo di persone." 

Caso isolato, certamente, ma occasione per specificare in modo chiaro un nostro punto di vista (anche in contrasto con quel che altri dicono a riguardo): i "sistemi umani", persone e organizzazioni di qualsiasi dimensione e scopo, sono un ambito di conoscenza come gli altri. 
Dunque progrediscono, si arricchiscono, anche per tentativi ed errori, grazie al contributo di tutti coloro che se ne occupano. Questo accumulo di conoscenze necessita, per essere manipolato agevolmente ed efficacemente, di un suo linguaggio tecnico specifico, che in questo caso è mutuato dalle scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia, filosofia, ecc.).

Attendersi che un trattato professionale, per quanto agile e ridotto, fosse alla portata di tutti può avere due spiegazioni, entrambi gravi.
La prima è che si pensi che i temi relativi alle persone siano banali, dunque risolvibili con amabili battute a cena e, laddove non si trovino le risposte con la giusta leggerezza, si continui pervicacemente a ricercarle stando "in superficie". La seconda è che si ignorino le discipline, e i loro linguaggi professionali, che alimentano il progredire di tali conoscenze, sguazzando in una genericità oscillante tra le antiche, e spesso obsolete, reminiscenze di studi passati  o le trovate di qualche improvvisato "guru" di questa o l'altra parte dell'oceano.

Guardando la banalità e la leggerezza di gran parte (non tutti per fortuna) dei convegni, delle pubblicazioni e dei dibattiti sull'argomento non c'è che l'imbarazzo della scelta.
E forse è (anche) per questa irresponsabile ignoranza (nel senso di ignorare le conoscenze avanzate sul tema) che le nostre organizzazioni sono ridotte ad un cumulo di macerie improduttive e considerate buone solo da rottamare (a parte i pochi "bravi")? 

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