"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

giovedì 22 maggio 2014

Aspettando il 28 maggio. Caro manager, ma hai dei figli?

di
Francesco Zanotti


Io credo che ogni manager, anche il più duro, il più cinico, il più “relazionale” (che è convinto che il suo posto dipende da chi conosce e non dalle cose che conosce) tenga al futuro dei suoi figli. Credo che nessuno si illuda che basti lasciare loro soldi e, forse, un posto di lavoro ottenuto con logiche collusive per garantire …
Ecco: caro manager, cosa vuoi garantire ai tuoi figli?
Credo che tu sia d’accordo che vuoi lasciargli una società dove egli riesca ad esprimere meglio la sua identità … Partiamo di qui!
Bene, se tieni ad un futuro vivo ed attivo (quindi felice) per i tuoi figli, devi cambiare completamente comportamenti e riferimenti.
Non puoi continuare a credere

Che una organizzazione deve avere un Capo che decide del destino di tutti …
Che reclami questo diritto in nome di una sua competenza quasi magica che si chiama leadership, oppure in nome di qualche altra “virtù” che ti piace chiamare “fiuto”, “capacità di intuizione”. Che sia convinto che le persone abbiano delle “cose” (qualcuno conosce un temine più scientificamente preciso di “cose”?) che si chiamano competenze o talenti che sono a sua disposizione per permettergli di giustificare ruolo e stipendio.

Queste “cose” sono sciocchezze cognitive, psicologiche, sociali ed antropologiche.
Queste cose costruiscono imprese che sono ologrammi del passato.
In queste imprese, e nella società che esse formano, nessun giovane (quindi, nessun figlio) troverà mai spazi importanti di auto-realizzazione.

Amici tutti, stiamo rischiando, non solo, di buttare i nostri debiti sulle future generazioni, ma stiamo distruggendo anche la possibilità che possano pagarli. E non parlo solo di debiti finanziari, ma di debiti verso i diseredati, la Natura, la loro felicità.

Dobbiamo riconoscere che il nostro principale dovere verso le nuove generazioni (che, esistenzialmente si chiamano figli) è quello di indicare loro una possibile strada verso un futuro che sia loro e che sia ben lontano dalla continuazione di un presente che vogliamo perpetuare perché solo in quello siamo capaci di mantenere posizioni di privilegio.

La via regia per costruire un nuovo futuro è quello della conoscenza. Mentre oggi stiamo percorrendo orgogliosamente la strada della ignoranza.

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