"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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lunedì 14 luglio 2014

Il management 435.9 Il formatore può farsi guidare dagli uomini business?

di
Francesco Zanotti


La mia risposta è: no!
Per tante ragioni, alcune delle quali provo ad esaminare in questa scheda.
Gli uomini di business possono autorevolmente indicare quali sono le conoscenze che le persone devono avere sulla dimensione hard dei prodotti/servizi o sulle esigenze funzionali che questi prodotti e servizi possono soddisfare.

Ma quando si passa alle competenze soft, le cose cambiano radicalmente.
Quando si chiede agli uomini di business quali siano le competenze soft che ritengono importanti costoro provano a rispondere, ma non vi è la possibilità di sapere esattamente cosa intendono. Facciamo un caso molto generale: gli uomini di business dichiarano che ai capi intermedi servono “maggiori competenze di leadership”, ma non riescono a specificare di che modello di leadership stanno parlando. Innanzitutto perché non conoscono le decine di modelli di leadership esistenti. A causa di questo non si possono riferire a qualcuno di questi. Tendenzialmente si riferiscono ad un loro modello intuitivo di leadership che non sanno “operativizzare” (in che comportamenti consiste, come si apprendono questi comportamenti) e che è un distillato delle esperienze passate che, tra l’altro, non si sa se e come possano avere senso nel futuro.
Questo “desiderio imperativo” viene consegnato al formatore che non può certo formare al modello di leadership che ha in testa l’uomo che di business perché questi non lo sa esprimere.
Il formatore, allora, è costretto ad organizzare un intervento formativo che ha come “oggetto” un suo modello di leadership che, visto che i formatori non fanno ricerca, è solo un ulteriore modello, da lui sviluppato senza un riferimento a tutti gli altri modelli esistenti.
Si rischia il gioco degli equivoci: che l’uomo di Business dica (o pensi senza dirlo, il che è peggio) alla fine del corso di formazione: ma non è questo il modello di leadership che ho in testa.

A “valle” di questo discorso vi è il problema della scelta dei formatori: se il manager delle risorse umane non dispone dello stato dell’arte a livello mondiale delle conoscenze manageriali non può confrontare il patrimonio di conoscenze posseduto dal formatore con questo riferimento. Quindi, chi sceglie il formatore esterno si fonda su variabili accessorie come l’amicizia personale o la fama.


Al “fondo” di questo discorso ve ne è anche un altro più generale rilevante che riguarda l’insensatezza complessiva della formazione alle competenze di cui discutiamo in altra sede.

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