"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

sabato 23 agosto 2014

Caro manager, come conservare il posto?

di
Francesco Zanotti


Oggi il posto di manager è sempre più a rischio: crisi, cambi di proprietà, cambi di vertice. Il manager, anche importante e di imprese importanti, rischia di trovarsi a spasso. E spaesato.
Cominciamo dalla regione dello spaesamento. E’ banale: il manager ha sempre legato la sua identità al posto che aveva. Più era importante il posto, più considerava forte la sua identità.
Ed ora, invece, scopre che quella identità era solo una protesi di identità. Perso il posto ha perso anche quella identità. E si ritrova sul mercato come un reduce. Cerca di parlare di risultati, ma la voce è flebile e forma un coro cacofonico con mille altri che vantano gli stessi risultati. In una battaglia di auto incensazione che diventa stucchevole.
Quali rimedi? Legare le propria identità alla conoscenza posseduta, alle sperimentazioni innovative fatte, ai progetti di ricerca avviati. Legare la propria identità al racconto di tutte queste cose. Non sono protesi di identità, sono identità vera, che rende orgogliosi di se stessi e della quale nessuno potrà mai privare il manager. E quando, per qualche evento avverso, si perde il posto di lavoro, si rimarrà sempre protagonisti della conoscenza, della innovazione, della sperimentazione.
Si lo so: c’è anche la soluzione della collusione amicale. Ma porta ad atteggiamenti servili e funziona per pochi. E funziona proprio perché non esistono ancora manager che giocano sulla conoscenza, sulla innovazione, sulla progettualità. A servizio di loro stessi e delle imprese.


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