"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

lunedì 22 settembre 2014

Aggressioni commerciali

di
Francesco Zanotti


Provo a mettermi nei panni di un top manager che voglia comprare conoscenze, metodologie e servizi che lo aiutino ad aumentare l’efficienza e l’efficacia della sua organizzazione. Si trova di fronte ad una diluvio di proposte “spezzettate” veramente insostenibile. Vere e proprie aggressioni commerciali.

E’ invitato ad attivare progetti che riguardano singole issue organizzative: la qualità, l’efficienza, la sicurezza, il benessere, l’etica, i rischi. Ognuno gli dice che l’issue di cui è esperto è decisiva. Ed anche il manager riconosce che lo sono

E’ invitato ad attivare corsi di formazione che riguardano le più diverse issue a livello personale: insegnare a gestire le emozioni, diffondere competenze manageriali (che possono anche essere moltissime), curare lo sviluppo di sistemi di valori condivisi, generare fiducia.

E’ invitato ad usare le tecniche manageriali più disparate. Dalle 5S allo storytelling, al teatro, ai diversi management “puntati” (il management 2.0, poi 3.0 … etc.)

Intendiamoci, tutte queste proposte hanno una parte di senso, ma nessuna è una risposta complessiva. E non sono integrabili. Anzi, spesso nascono da visioni del mondo, non esplicitate, ma incompatibili.

E, anche se fossero integrabili in teoria, non lo sarebbero in pratica. Mica si può fare tutto insieme. Mica si può smettere di perseguire i risultati aziendali (occorre produrre, erogare servizi, vendere acquistare), per occuparsi di issue pur importanti.

Anche perché il legame tra il perseguimento di queste issue e i risultati aziendali è certamente sbandierato, ma non casualmente esplicitato. Ognuno di questi progetti ha obiettivi auto riferiti: l’issue che vogliono perseguire è il loro obiettivo. I diversi progetti, corsi non hanno obiettivi complessivi aziendali. Gli obiettivi aziendali, dicono gli specialisti che li propongono, seguiranno inevitabilmente, ma non sanno dire come, quando a che costi complessivi.

Il risultato di questa situazione non serve a nessuno.
I manager sono costretti a scegliere le cose di cui occuparsi in base ai guai. Si cerca di sistemare l’issue che in quel particolare momento è più critica. Ovviamente le issue trascurate non mancheranno di diventare critiche anche loro. Ed allora la vita aziendale è un rincorrere di urgenze crescenti.
Le tecniche manageriali vengono allocate sempre di più nella categoria “nice to have”. Cose da tempi di vacche grasse.

I consulenti vengono, per forza di cose, allocati nella categoria “disturbatori”. E’ così, come si dice, si butta il bambino (le proposte veramente decisive) con l’acqua sporca di mille proposte ingestibili.


Vogliamo provare a cambiare questa situazione?

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