"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 18 febbraio 2015

Dal silenzio al coraggio della partecipazione profonda

di
Francesco Zanotti


Noi ogni anno emettiamo il Rating dei Business Plan delle società degli indici FTSE MIB e Star di Borsa italiana.
La prima osservazione che emerge è che in nessuno di questi Business Plan esiste un capitolo dedicato alle risorse umane, ai progetti di cambiamento. In qualche caso di parla di partecipazione, ma si tratta di una partecipazione puramente consultiva.
La politica del silenzio.

Ma se approfondiamo ci accorgiamo che il sapore complessivo che emerge dalla “somma” dei Rating dei Business Plan delle Società degli indici FTSE MIB e STAR è di attesa (che qualcuno con un grande bacchetta magica risolva la crisi) e conservazione (la soluzione della crisi è una restaurazione del passato). Non è di voglia di costruire una nuova economia che faccia da asse portante per una nuova società.

Mettiamoci nei panni di un giovane uomo e di una giovane donna che cerchino di capire il progetto di futuro che i loro padri stanno lasciando loro in eredità e leggano questi Business Plan per capire che ruolo, che contributo possano dare. Purtroppo non vi leggono la proposta di partecipare alla costruzione di un nuovo Rinascimento.

In particolare, ci sembra che uno dei limiti più indicativi di questi Progetti di Futuro è che parlano solo qualche volta di organizzazione formale, ma mai di organizzazione informale, persone e comportamenti. Cioè: non parlano mai della carne viva di una impresa.
Perché? Due ipotesi vengono alle mente.
La prima: coloro che si occupano della carne viva dell’impresa non riescono ad esprimere il senso strategico di queste cose, tanto da costringere tutti a inserirle nei Business Plan.
La seconda: il top management è sensibile solo alla finanza ed alla forma.
Io penso che nessuna delle due sia la vera spiegazione. Sia coloro che si occupano di “carne viva” che di strategia sanno dell’importanza delle persone e della organizzazione informale. L’organizzazione informale è il contesto nel quale le persone scelgono i comportamenti. E i comportamenti delle persone sono la strategia in atto, la strategia dell’impresa.
Il vero problema è che mancano le conoscenze e le metodologie per dare senso strategico alla carne viva dell’impresa. Le attuali conoscenze manageriali sono solo banali conoscenze e metodologie di manipolazione o di fuga sognante.
Ma la soluzione è a portata di mano. Basta guardare al complesso delle scienze umane e naturali per rendersi conto che vi sono disponibili immense conoscenze che non vengono utilizzate e che potrebbero essere utilizzate.

Usando queste conoscenze si potrebbe rivoluzionare contenuti e processo di redazione dei Business Plan delle imprese.
Il coraggio della partecipazione profonda.

Così facendo costruiremo proposte per partecipare alla costruzione di un nuovo Rinascimento. 
E ne abbiamo bisogno.


1 commento:

  1. mi piace la tua attenzione alle persone, alla parte viva di una organizzazione. Però non mi stupisco della tenace indifferenza a questo tema da parte del Management in generale (sono possibili eccezioni, naturalmente, benchè da me non esperite): troppo scomodo porsi in posizione di ascolto, lasciarsi interrogare dalle criticità reali dei gruppi di lavoro, essere emotivamente permeabili. Molto meglio restare bene al riparo della cornice di ruolo, aggrappandosi a rigidità gerarchiche che se ne fregano del clima e di altre amenità. E che tengono nascoste la nostra ansia e la incapacità di relazione...

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