"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

mercoledì 24 giugno 2015

“Rettificare” gli esseri umani?

di
Francesco Zanotti


Quando un pistone è grippato o si vuole migliorare le prestazioni del motore, lo si toglie dalla macchina e lo si manda dal meccanico. Egli lo rettifica e lo reinserisce nel motore.
Purtroppo così si pensa di fare per la formazione: si prendono le persone e le si mandano a rettificare da quei rettificatori che si chiamano formatori. Nei modi più partecipativi, ma sempre di tentativi di rettifica si tratta.
Ora se rettificate un pistone sapete che risultato otterrete e sapete che funzionerà meglio. Se cercate di rettificare (anche “empowerare”) un essere umano, non accade così. Certamente otterrete qualcosa, ma non si può sapere il risultato.
Cosa fare allora?
Occorre che il capo con i suoi uomini si auto “rettifichino” insieme. Più generalmente: non si può fare formazione all'esterno di una organizzazione. Occorre che la si faccia nello stesso contesto nel quale si opera. Nello stesso contesto sociale e antropologico nel quale si lavora.
Questo significa che la formazione non la deve fare un formatore di professione perché egli la può fare solo in ambienti “artificiali”. La devono fare i Capi. Il “formatore” deve fornire loro le risorse cognitive per riuscirci. Ovviamente queste risorse cognitive non devono essere le tradizionali soft skills che vengono oggi “insegnate” nei corsi di formazione.



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