"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 26 luglio 2015

Solo i Capi possono fare i formatori

di
Francesco Zanotti

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Io non sono contrario alle metodologie formative attive.
Forse potrei dire che sono troppe e in competizione. E non ci sono criteri per scegliere tra l’una e l’altra. Meglio ci sono criteri “soggettivi”: la vicinanza di metodi o contenuti alla sensibilità del Committente, l’amicizia, la moda del momento. A proposito di moda del momento, quale grande impresa non fa oggi almeno un corso sulla “intelligenza emotiva” o suoi neuroni a specchio?
Ma non voglio contestare il fatto che le metodologie attive siano ottime.
Sostengo però che tanto più sono ottime, tanto più devono essere usate dei Capi. E non da formatori. Né interni né tanti meno, esterni.
Le ragioni sono molto semplici. Le metodologie formative attive creano un ambiente antropologico nel quale emergono competenze, (anche “intense”), si formano reti relazionali, si costruiscono linguaggi, emergono ruoli. Ora quando le persone “escono” dal corso di formazione cosa accade? Cosa si portano a casa i Partecipanti? Cioè: cosa si portano nell’ambiente antropologico nel quale svolgono la loro attività? Quasi nulla. Forse addirittura negatività. Infatti, l’ambiente antropologico formativo si distrugge. Le competenze, le reti relazionali, i linguaggi e i ruoli scompaiono. I Partecipanti si portano dietro il ricordo di come “funzionavano bene” tutte questa “cose” e di come lo facevano stare bene. E si attende di poter rivivere tutto questo nel ambiente di lavoro. Ma non è possibile perché l’ambiente di lavoro è un ambiente antropologico completamente differente.
Allora si buttano a mare i metodi attivi? No, si deve fare in modo che vengano usati nello stesso ambiente antropologico nel quale si svolge l’esperienza di lavoro. Questo significa che solo il Capo può fare il formatore.
Perché questo accada i formatori la devono piantare di vendere giornate di formazione. Devono vendere solo metodi ed assistere al loro utilizzo.
Parliamo tanto di innovazione, ma il business model dei formatori non cambia: si vendono sempre giornate.
Cerco di venderti la cosa più strana per differenziarmi dagli altri. Ma alla fine è sempre giornate di aula che voglio venderti. Cari manager, vi sembra esagerato il mio giudizio? Allora fate una prova. Prendete il formatore più innovativo e proponetegli: guarda ti dò da fare cento giornate in un anno, ma non “insegnare” quello che vuoi tu, ma quello che ti dico io… E verificate che risposte vi daranno. Dovrebbero essere un secco: “no”! Ecco ... forse.



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