"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

domenica 13 settembre 2015

Cybersicurezza e risorse umane

di
Francesco Zanotti

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Oggi su Nova24 del Sole24Ore si parla di Cybersicurezza (Le spie dentro i nostri computer) e il discorso finisce subito sulle risorse umane. Infatti, come dice Eugene Kaspersky, oggi i pericoli vengono dall’interno delle imprese (dai dipendenti). Poi aggiunge: le tecnologie di sicurezza non bastano. E’ necessario migliorare la selezione dei dipendenti.
E già vedo tanti professionisti fregarsi le mani.
Se non che, occorre, come sempre, interrogare il complesso delle scienze naturali ed umane per capire se può esistere una metodologia di selezione che possa funzionare.

E la risposta che si ricava è: no!
Infatti, se prendete un pistone sapete cosa misurare per capire se “fitta” esattamente con un cilindro. E basta misurarlo una volta. Non vi aspettate che il cilindro ingrassi a causa del troppo olio mangiato … Sapete, è immerso nell’olio, la fatica del su e giù, la tentazione di abboffarsi di olio potrebbe vincerlo. Ma voi siete sicuri che il pistone non si farà tentare.

Nel rapporto tra essere umano ed organizzazione non si può calcolare un “fit” ottimale. E anche se lo si trovasse il giorno dopo è cambiato.
Non si può trovare un fit ottimale perché non esiste un modello di essere umano che riesca a dire quali sono le variabili che determinano le scelte e i comportamenti. Cioè. Non si sa “come è fatto” e “come funziona” un essere umano. Se non si sa come è fatto e come funziona, non si può sapere cosa misurare. Quello che si misura oggi è meno utile del sapere quale sia il suo numero di scarpe.
Se anche si sapesse cosa misurare, ogni processo di “misura” comporta una relazione umana tra misuratore e misurato. Questo significa che non si misura l’essere umano, ma la relazione con il misuratore. Ovviamente, se cambiate misuratore, cambiate la misura.
Se anche (e non è possibile farlo) si potessero superare le obiezioni precedenti, rimarrebbe il fatto che l’essere umano è contestuale: funziona diversamente in diversi contesti, non come il pistone che si muove sempre allo stesso modo. I suoi comportamenti dipendono dal contesto in cui si mette. E anche il contesto non è descrivibile. L’organizzazione non è fatta solo di procedure, ma anche da quella che si definisce organizzazione informale (da dove emergono i comportamenti) della quale né il selezionatore né il vertice aziendale sanno nulla. Di più, l’organizzazione informale e l’essere umano evolvono in modi non prevedibili.

Conclusione? Occorre cambiare prospettiva! Occorre imparare a gestire organizzazioni dove le persone hanno identità imperscrutabili e mille spazi organizzativi nel quale esercitare una loro libera iniziativa. Ovviamente non raggiungono questo scopo i metodi direttivi (come il Management by Objectives e le tecniche motivazionali). Lo spirito della nuova modalità di gestione è necessaria parte dal concetto di lavoratore progettuale. Ne abbiamo parlato abbondantemente in questo blog.

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