"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
E' "vero" tutto ciò che ci piace e che decidiamo insieme agli altri che sia vero

sabato 23 luglio 2016

La triste storia delle classi dirigenti

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per pierrot lacrima

La modalità di selezione delle classi dirigenti è di tipo competitivo-personalistico sintetizzato nella frase: vinca il migliore. Purtroppo si tratta di un meccanismo disastroso perché isola le classi manageriali dal mondo e dalla realtà delle imprese costringendole ad una modalità di governo enfatico-retorica.
Infatti, proprio per il modo in cui si sono formate, le classi dirigenti non possono che chiudersi auto referenzialmente. Ad esempio, non possono attribuire rilevanza alle risorse cognitive perché il loro vincere deve per forza essere dovuto a loro caratteristiche intrinseche che li rendono ontologicamente migliori. Ne fanno dei talenti. Se esistessero fattori esterni come le conoscenze che potessero migliorare la qualità intrinseca delle persone, il mito dell’essere speciali dei talenti naufragherebbe. I meccanismi di selezione privilegiano personaggi narcisistici, incapace di crescere in virtù e conoscenza.
Dal punto di vista della vita della collettività e delle imprese, del servizio alla collettività ed alle imprese queste classi dirigenti sono un disastro. I problemi della collettività sono solo una ulteriore occasione di autorappresentazione. Una ulteriore occasione di autorappresentazione della propria eccellenza che non può che manifestarsi in Progetti di cambiamento e in sviluppo solo enfatici e retorici.
Il sistema dei media rende ancora veloce e definitivo il processo di autoisolamento delle classi dirigenti perché premia il narcisismo e lo copia.


Nessun commento:

Posta un commento