"Non è la mente l'origine dell'uomo, sono le passioni che originano tutto, anche il pensiero. E' il sentimento il seme dell'uomo, sono l'amore, la passione." (M. Tobino)
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venerdì 6 gennaio 2017

Il parlare di merito è una sciocchezza scientifica

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per merito

Il riferimento è all’articolo di fondo di oggi sul Corriere della Sera di Gian Antonio Stella.
Riesco ad illustrare la tesi del titolo con qualche battuta, certo non un discorso completo. Ma so già che innescare un dibattito scientifico sul tema sarà difficile perché la scienza è sconosciuta a chi ne parla. Meglio buttarla in politica. E così si riesce ad auto rappresentarsi senza pagare dazio alla conoscenza. Concorderà il lettore che rifiutare la scienza è …davvero una stupidaggine

Cominciamo da una sciocchezza che solo a scriverla fa prudere le mani. Si dibatte intorno a quanto deve essere la percentuale di coloro che hanno diritto ad un riconoscimento speciale del merito. E si dice che il numero deve essere piccolo. E perché? Perché altrimenti, se i buoni sono troppi, cade la motivazione competitiva. Cioè: si sostiene che il vero merito deve essere solo di pochi. La scuola ideale è quella dove possono essere solo pochi quelli che meritano. Cioè ancora: servono tanti asini per gratificare i pochi che non lo sono. Cioè ancora dell’ancora: per fare una scuola che finalmente premia dobbiamo avere una scuola dove mediamente gli insegnanti sono “non meritanti” …

Ma entriamo in medias res. E parliamo di matematica (mi si riconosce che è una scienza?). Per riconoscere e premiare il merito occorre valutare le prestazioni. Bene, e cosa vuol dire valutare? Vuol dire mettere in corrispondenza biunivoca le prestazioni degli insegnanti con l’insieme dei numeri naturali. Così facendo si riesce a costruire una scala (l’insieme dei numeri naturali è, tra le altre cose, ordinato)e poi si decide a chi riconoscere talento ed assegnare premi … Aggiungiamo anche il punire i peggiori?
Bene, ma quali sono le prestazioni da misurare? Ovviamente nessuno ne parla. Il Dottor Stella non dice: merito è quando i nostri ragazzi escolo dalla scuola e, per usare un linguaggio molto tradizionale, devono sapere questo, devono saper fare quest’altro e devono deve essere in questo modo. Se non si descrivono le prestazioni non si capisce chi ha meritato e chi no. E già qui il discorso sarebbe chiuso.

Ma non pensiamo a cose così difficili, siamo concreti … Pensa di sottoporre gli insegnati a batterie di test. Ma, innanzitutto, così facendo si misura solo un eventuale potenziale di merito. Non i risultati. E, poi, è una misura che traballa da tutti le parti. Infatti, le domande dovranno essere molte. E saranno inevitabilmente eterogenee. Come si mettono insieme risposte a domande eterogenee? Se si opera sui punteggi si contravviene al principio (se ce lo siamo dimenticati, davvero la scuola è servita a poco) che non si possono sommare le pere con le mele. La media tra cinque pere e tre mele è un concetto senza senso. Non è quattro frutti di una nuova specie pera/mela?
Poi le domande saranno scelte da qualcuno che certamente non dispone di tutte le conoscenze esistenti, ma solo una parte. Saranno scelte, quindi, da persone che hanno una visione parziale del mondo. E se persone diverse fanno i test faranno test diversi con i quali, però poi si pretenderà di giudicare lo stesso merito.

Fino ad ora abbiamo fatto banali osservazioni di matematica, ma si può andare avanti e tirare in ballo le scienze naturali ed umane.
Il merito di cui si parla è potenzialità che raggiunge risultati. Anche lasciando da parte il fatto che, come abbiamo detto, non si sa quali siano i risultati educativi che si vogliono ottenere, tutti i risultati, qualunque essi siano, sono  generati da un potenziale personale che trova un contesto favorevole nel quale esprimersi.
Ora il potenziale personale non è misurabile e il contesto neanche …

Provo a riassumere. L’insieme degli insegnati deve essere per forza fatto di un massa di mediocri, altrimenti non si si riesce a definire il concetto di “insegnati bravi” che meritano. All’attuale ministro dell’educazione trovare test che garantiscano il giusto mix di insegnanti bravi e sfigati alla nostre scuole. E che siano tanti gli sfigati … Dott. Stella, è questa l’inevitabile conclusione a cui si arriva leggendo il suo articolo e ascoltando gli altri “meritisti” che chiacchiericciano indisturbati sui media.


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